giovedì 30 agosto 2007

Imbarazzo






*si ringrazia Marco Viviani

mercoledì 22 agosto 2007

La sfrontata ipocrisia del cardinal Bertone

All'ipocrisia non c'è mai fine. Anzi, alcune volte supera limiti che pensavamo invalicabili. Perché un conto è fare finta di niente quando si sa di tenere un comportamento sbagliato, un conto è elevarsi a paladini della giustizia universale sapendo di predicare bene e razzolare male. E il palco non poteva che essere il meeting di CL, da sempre fucina di ipocrisia. E' il caso delle parole del cardinal Bertone, segretario di stato vaticano, il quale ci ha ricordato che tutti devono pagare le tasse, secondo leggi giuste nel destinare i proventi di esse a opere giuste e all'aiuto ai più poveri e ai più deboli, affermando come anche il Vangelo indichi di "dare a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio" e citando il Salmo 71 - che a suo avviso dovrebbe essere il programma del politico cristiano: rendere giustizia ai poveri e salvare la vita ai miseri. Proprio quello che hanno sempre fatto...e, infatti, i proventi delle tasse devono essere dati a loro - che fanno opere giuste e di aiuto ai poveri, come sfrattare le pensionate dai loro immobili per affittarli a prezzi migliori - senza contare che poi loro le tasse non le pagano. Come l’esenzione per gli immobili Ici, gli sconti Ires per le attività, o il particolare trattamento che viene riservato ai dipendenti del Vaticano che non sono soggetti all’imposizione Irpef.
Senza contare
ipotesi peggiori in cui è coinvolto lo IOR (Istituto per le Opere di Religione) ossia la banca vaticana. Forse Bertone, Tonini e co. considerano la loro banca (trasformata nel 1942 da Pio XII in banca con scopi di lucro, dotata di personalità giuridica propria) ancora come un gruppo di missionari?
Cosa dire del crack del Banco Ambrosiano all'epoca della presidenza di Roberto Calvi (creatore di un impero con decine di società finanziarie in paradisi fiscali e invischiato in un pericoloso gioco di finanziamenti internazionali a realtà politiche ed economiche al limite della legalità) poi morto in circostanze a dir poco misteriose il 17 giugno 1982 ? Ai tempi della gestione di Roberto Calvi, il maggiore azionista del Banco era, appunto, lo IOR e nei processi ancora in corso si presume che esso ne fosse in realtà il diretto controllore, tanto da portare Roberto Calvi in un processo a dichiarare che "il Banco Ambrosiano non è più mio da tempo" (tre anni prima della sua morte). [QUI UNO SPECIALE SULLE ATTIVITA' DELLO IOR SUCCEDUTESI NEL TEMPO]
E la misteriosa sparizione di Emanuela Orlandi, cittadina vaticana, figlia di un commesso della Prefettura della Casa Pontificia il 22 giugno 1983 all'età di 15 anni? Uno dei casi più oscuri della storia italiana che coinvolse Vaticano, IOR, Banda della Magliana, Banco Ambrosiano e servizi segreti di diversi stati, in un intreccio che non è ancora stato districato. E mai lo sarà.