martedì 20 marzo 2007

Crimini

Come c'era da aspettarsi, la campagna israeliana di distruzione del Libano, dopo qualche clamore estivo, è finita nel dimenticatoio. Abilmente insabbiata dai media occidentali, la condotta democratica dello stato sionista è ben lungi da essere etichettata per quello che realmente rappresenta: un crimine contro l'umanità. Per fortuna, un rapporto di Amnesty International (“Deliberate destruction or collateral demage? Israeli attacks on civilian infrastructure”) denuncia la deliberata distruzione delle infrastrutture civili libanesi e chiede alle Nazioni Unite l’apertura di un’inchiesta indipendente sulle gravi violazioni del diritto umanitario perpetrate da Israele. Come ha dichiarato, infatti, Kate Gilmor, vicesegretaria generale di Amnesty “L’affermazione che gli attacchi alle infrastrutture civili erano legali è palesemente errata […] molte delle violazioni identificate nel nostro rapporto costituiscono crimini di guerra, tra cui attacchi indiscriminati e sproporzionati […] le prove raccolte lasciano intendere che la massiccia distruzione di impianti idrici ed elettrici, così come quella di infrastrutture vitali per la fornitura di cibo e di altri aiuti umanitari, sia stata parte integrante di una strategia militare […] il modello ricorrente, l’estensione e la scala degli attacchi rende il riferimento ai ‘danni collaterali’ semplicemente non credibile […] la grave natura delle violazione commesse rende, quindi, urgente un’inchiesta sulla condotta di entrambe le parti”.
Senza contare che molte fotografie testimonierebbero il bombardamento israeliano di campi di accoglienza profughi e persino dei mezzi della Croce Rossa Internazionale (CRI). Ma non è tutto: esse testimonierebbero anche l'uso da parte di tsahal di armi vietate dal diritto internazionale. Il dottor Azmi Imad, capo del dipartimento per la Salute Ambientale dell’American University a Beirut, ha spiegato che “solitamente i gas usati nelle armi hanno un effetto simile a quello dei pesticidi”, ma non ha potuto affermare con certezza, basandosi per ora sui pochi dati disponibili, se Israele abbia realmente fatto uso di armi chimiche o biologiche (batteriche o virali) nella guerra contro il Libano.
“Estremità lacerate, odore terrificante, segni di bruciature senza che siano state veramente bruciate, una morte rapida causata da uno spegnimento improvviso del sistema nervoso accompagnato dalla coagulazione del sangue che impedisce le emorragie”. Per queste rilevazioni alcuni osservatori hanno suggerito che Israele potrebbe aver usato un qualche tipo di gas tossico o di munizioni chimiche nelle bombe dirette ai civili, il che consentirebbe di parlare di gravissimi crimini e violazioni del diritto internazionale umanitario.

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