mercoledì 12 marzo 2008

Democrazia alla russa

L’attesa vittoria del successore designato da Vladimir Putin alla presidenza della Russia, Dmitrij Medvedev, che ha raccolto il 70,2% delle preferenze, conferma l’andamento elettorale emerso nelle elezioni regionali svoltesi quasi un anno fa (11 marzo 2007), quando il partito di Putin, Russia Unita, conquistò 13 delle 14 regioni in cui si era votato, e di quelle parlamentari dello scorso dicembre. Con Putin capolista, infatti Russia Unita ha trionfato (64% delle preferenze), guadagnando rispetto alle elezioni del 2003 un 27% in più di voti e assicurandosi così una maggioranza parlamentare tale da poter modificare addirittura la Costituzione.
"Ora che abbiamo esaurito le speculazioni sul nuovo presidente russo Dmitrij Medvedev è tempo di porsi un’altra domanda: i russi sono davvero capaci di democrazia? Sono in molti, sia ad ovest che ad est, a sostenere che la Russia non abbia una vera e propria tradizione democratica, che i russi preferiscano il pugno duro e che la Russia sia un paese troppo grande ed eterogeneo per essere governato democraticamente", scrive sul Financial Times l'ex ambasciatore britannico a Mosca Rodric Braithwaite. Il quale riprende il pensiero di George Kennan, grande esperto di Unione Sovietica, che nel 1951 scrisse: "Date tempo ai russi di risolvere le loro faccende a modo loro. Le vie che troveranno forgeranno la loro storia nazionale". "È il consiglio più saggio", conclude l’ex diplomatico, "e quello più ignorato dai nostri politici che, come novelli missionari cristiani, vorrebbero imporre sempre, dappertutto e comunque il loro credo".
In seguito alle restrizioni imposte dal governo russo agli osservatori internazionali, l’Osce ha rinunciato a monitorare le elezioni mentre la missione del Consiglio d’Europa ha dichiarato che si è trattato di un “plebiscito” piuttosto che di una libera competizione elettorale soprattutto per le gravi lacune riscontrate nella registrazione dei candidati. E gli sconfitti - Zyuganov (Partito comunista) con il 17,8% e Zhirinovskij (Partito liberal-democratico) con il 9,4% - hanno annunciato l’intenzione di intraprendere un'azione legale, contro le violazioni che avrebbero caratterizzato queste elezioni.
Ma come spesso affermava la Politkovskaja – anticipando così il pensiero di Braithwaite – ai russi piace essere governati da un uomo forte. Putin, dopo gli anni di Eltsin, ha dato alla Russia una svolta, ha risvegliato nel paese quel senso di grandeur che sembra avere innato nello spirito dei suoi cittadini, ha fatto in modo che essi – o meglio solo una sua parte – traessero vantaggio da un’economia forte, basata sulla nazionalizzazione delle sue immense riserve energetiche. Al contrario degli oligarchi di Boris, pronti a svendere il paese alle esigenze di Washington. Medvedev sarà chiamato a continuare su questo tracciato. A scapito – purtroppo – dello stato di diritto. Appunto, una democrazia alla russa…

APPROFONDIMENTI:
- Speciale elezioni russe, limes on line;
- Dossier "continente" Russia, La storia siamo noi.

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