lunedì 19 maggio 2008

Rigurgito fascista

Sprezzo del cittadino e dell'opinione pubblica, toni e comportamenti populistici, fomentazione dell'insicurezza e prevenzione sommaria, ondata xenofoba e inasprimento normativo, imposizione coercitiva e rifiuto del dissenso: il nuovo autoritarismo è servito.


Il lupo perde il pelo ma non il vizio. Sono bastate poche settimane per capire come saranno i 5 anni - in caso di durata normale del governo - che ci attendono. Anzi, già prima dell'insediamento a Palazzo Chigi, Berlusconi aveva dato un assaggio del boccone amaro, una sorta di anticipazione sul come si sarebbe caratterizzata la sua presenza alle redini del cavallo Italia. Nella suggestiva cornice della sua villa in Sardegna, che diveniva per l'occasione sede di un meeting ufficiale (specchio di una concezione personalistica e quasi patrimonialistica dello stato), accoglieva il suo amico Putin e dimostrava di aver ben studiato - e appreso - il modello di democrazia in voga a Mosca, mimando il gesto del mitra rivolto ad una giornalista russa - con Vladimir evidentemente compiaciuto - rea di aver fatto una domanda fuori dalle righe al capo del Cremlino. Se proprio non vogliono star zitti con le buone...Anna Politkovskaja docet. Il suo alleato più fedele (e più esigente) lo seguiva a ruota, nel breve volgere di qualche giorno, dichiarando che i suoi uomini sono pronti ad imbracciare i fucili contro chiunque si opponga al progetto federalista e, in generale, rispolverando i vecchi argomenti della maggiore efficienza, ricchezza, legalità e, quindi, superiorità del nord. Con la vittoria di Alemanno a Roma, si è arrivati addirittura a ritenere lecito e normale episodi di pestaggi a morte, ronde fai da te e giustizia self-service. E si sono viste manifestazioni di un pensiero che credevamo fosse ormai relegato al ventennio, con scandalosa caccia all'immigrato e sterile esaltazione dell'italianità più becera.
Ma il vero colpo di coda - almeno per ora - è sicuramente rappresentato dalla volontà di utilizzare l'esercito per pattugliare le grandi città (un modo come un altro per diffondere quel senso di paura, insicurezza e precarietà della vita sociale nel quale gente di tal genere sguazza allegramente) e per presidiare le zone della Campania nelle quali il genio di Palazzo Chigi ha stimato che possano sorgere i tanto contestati termovalorizzatori e le tanto temute discariche. Il dissenso non è ammesso, chi protesta sarà arrestato. Il confronto e il dialogo non sono contemplati, il cittadino esaurisce la sua funzione con il voto e in seguito non è più rilevante. In barba ai più elementari principi della tradizione democratica. Ma questo è, purtroppo, niente rispetto a quello che verrà. L'offensiva alla magistratura - vecchio pallino di Berlusconi, fin dai suoi esordi in politica - è già partita e non mancherà di suscitare aspre polemiche. "Erano stati il conflitto di interessi e la sua rete di procedimenti legali che ci avevano portato a giudicare Berlusconi inadatto ad essere Primo Ministro. Il nostro punto di vista rimane quello [...] Quando suggerisce che i magistrati debbano sottoporsi a dei test sulla salute mentale, o quando uno dei suoi più vicini collaboratori, un senatore che sta ricorrendo in appello contro una condanna per associazione con la Mafia, dichiara che un killer condannato è stato un eroe, rimangono buone ragioni per sostenere che Berlusconi non dovrebbe guidare il paese". L'Economist ha ragione: Berlusconi è "still unfit", non ancora adatto a governare l'Italia. E mai lo sarà...

1 commento:

Anonimo ha detto...

Viva il Fascio!!!