mercoledì 25 giugno 2008

Il 'grande gioco' dall Asia al Mediterraneo



UE, LE DIFFICOLTA’ DEL NABUCCO - Benita Ferrero-Waldner, responsabile delle relazioni estere della Commissione Europea, ha incontrato lo scorso 5 maggio i responsabili energetici della Turchia e di alcuni paesi mediorientali al fine di discutere sulla possibilità che questi ultimi forniscano la materia prima per il funzionamento del nuovo gasdotto Nabucco. L’infrastruttura dovrebbe entrare in funzione nel 2010, anche se la data più probabile per la sua inaugurazione sembra essere il 2012. Il gasdotto fungerà da collegamento tra la Turchia e l’Austria e lo scopo principale della sua costruzione è garantire la diversificazione energetica in Europa allentando, seppur in maniera limitata, la dipendenza di Bruxelles dal gas russo. I giacimenti del Mar Caspio dovrebbero, quindi, garantire la diversificazione energetica in Europa. In realtà, però, il progetto presenta ancora una serie di incognite: a tutt’oggi non si conosce, infatti, la reale capacità produttiva dell’Azerbaijan e i 10 miliardi di metri cubi garantiti dal Turkmenistan difficilmente potranno garantire il funzionamento di lungo periodo del gasdotto. Del progetto dovrebbe essere parte integrante anche l’Iraq che ha già garantito una fornitura annuale pari a 5 miliardi di metri cubi, ma la situazione interna del paese rende difficile organizzare un piano di lungo periodo. Un altro possibile partner del Nabucco potrebbe essere l’Iran, ma come per l’Iraq, è al momento difficile poter contare appieno sull’appoggio degli Ayatollah al progetto, per non parlare delle riserve americane su un partenariato energetico euro-iraniano. Oltre ai problemi legati all’individuazione del gas necessario al suo pieno funzionamento il Nabucco deve anche far fronte alla concorrenza di un altro progetto sponsorizzato da Mosca, il South Stream che collegherà il Mar Nero al Mediterraneo e che a differenza del progetto di Bruxelles non deve far fronte a problemi di approvvigionamento vista l’enorme disponibilità energetica russa. Se nel lungo periodo, anche a fronte di una crescente domanda europea, i due gasdotti potrebbero essere entrambi vantaggiosi e garantire un ritorno economico, nel breve periodo la presenza di South Stream rischia di penalizzare fortemente il Nabucco. Il nuovo progetto di Bruxelles rappresenta sì un passo in avanti nella diversificazione energetica ma non è ancora sufficiente a garantire un’indipendenza significativa dalle forniture russe. Un’alternativa potrebbe essere rappresentata dagli idrocarburi algerini che però non sembrano essere in grado di sostituirsi a quelli russi. Il futuro energetico dell’UE dipenderà molto probabilmente anche dall’evoluzione dei rapporti con l’Iran e dalla stabilità della situazione irachena, ma sembra destinato almeno nel breve–medio periodo ad essere legato a doppio filo alla Russia e alla compagnia di bandiera Gazprom.

IL CORRIDOIO MERIDIONALE - Il Nabucco sarà molto probabilmente destinato ad allacciarsi al cosiddetto Corridoio Meridionale (o Trans Asian Railway) - forse il progetto più complesso tra quelli varati dall’ESCAP (Economic and Social Commission for Asia and the Pacific) nell’ambito dei trasporti – che si propone di collegare Cina ed Asia Meridionale all’Europa operando anche un programma di miglioramento ed ‘infittimento’ delle maglie delle reti ferroviarie locali (creando, ad esempio, nuove interconnessioni tra città, zone di produzione agricola e centri industriali). Questa rete avrebbe l’obiettivo di sostenere ed incentivare il traffico commerciale, principalmente quello containerizzato, integrando il sistema di collegamenti eurasiatico. La linea principale che dovrebbe attraversare questo corridoio, però, necessita non solo della realizzazione di strutture ex-novo, ma sopratutto del superamento di limitazioni tecniche e gestionali derivanti essenzialmente dall’attraversamento di sette Stati. Il contesto geopolitico, caratterizzato da discordanza e da squilibri socio-economici, genera una maggiore difficoltà ad applicare degli standards operativi necessari alla riuscita del progetto e alla sua efficienza economica (dal momento che dovranno essere recuperate ingenti quantità di capitali investiti). Le problematiche che devono essere affrontate vanno dai diversi scartamenti ferroviari impiegati e all’uso di materiale rotabile differente, fino ai disaccordi sulle pratiche doganali e sulle modalità d’ispezione dei convogli.

UNA DISPUTA DEL 'CASPIO' – Un altro fattore di incertezza che pesa sui progetti di diversificazione energetica europea è la controversia relativa al mar Caspio, discussa per l’ultima volta il 16 ottobre, a Teheran, dai presidenti dei cinque paesi rivieraschi (Russia, Kazakhstan, Azerbaijan, Turkmenistan e Iran) con l’obiettivo di decidere se il Caspio sia un mare o un lago. Un quesito che sembra capzioso, ma che in realtà ha delle importanti conseguenze: se il Caspio venisse ritenuto d’acqua dolce, i proventi delle estrazioni energetiche effettuate al largo sarebbero divisi tra tutti i paesi rivieraschi; se la sua acqua fosse considerata salata, invece, ognuno avrebbe la sua porzione di mare e di fondale: una disdetta per l’Iran, cui toccherebbe in questo modo la parte meno ricca. Il risultato del vertice è stato…non decidere, anche se i paesi interessati hanno affermato che la risoluzione del problema è affar loro, senza che nessun paese estero debba sentirsi in onere di interferire nella questione. Chiaro riferimento agli Stati Uniti (e indirettamente all’Unione Europea), che hanno alcune compagnie petrolifere bramose di esplorare il Caspio [
International Herald Tribune] insieme ai governi kazako e azero. Se si aggiunge il progetto della costruzione della Trans-Caspian Pipeline (TCP), con cui trasportare il gas sotto il Caspio, dal Turkmenistan all’Azerbaijan e quindi all’Europa (bypassando in tal modo la Russia) si capisce la preoccupazione del Cremlino per quelle opzioni che potrebbero limitare notevolmente la possibilità di Gazprom di investire nella regione [Moscow Times]. Ovviamente Putin osteggia il progetto [Jamestown Foundation], trincerandosi dietro vaghe preoccupazioni ambientaliste e affermando che la costruzione di un gasdotto dovrebbe avere l’approvazione di tutti i governi rivieraschi. Non è tardata la risposta dell’Azerbaijan [Eurasianet], secondo cui l’attuale status del Caspio non pone problemi legali di sorta alla costruzione della TCP. A fronte di tali crepe, il vertice ha deciso che il trasporto, la pesca e la navigazione nel Caspio potrà essere effettuata esclusivamente da natanti battenti una delle bandiere dei cinque paesi [Jamestown Foundation]. È stato anche messo in cantiere il progetto di un'organizzazione regionale del Caspio che, però, non sembra di prossima nascita. In ogni caso i cinque paesi hanno stabilito di non lanciarsi attacchi militari l’un l’altro e soprattutto di non ospitare sul proprio territorio truppe di uno Stato terzo che volessero colpire uno di loro. Presa di posizione importante nell’ottica di un eventuale attacco americano all’Iran, vero trionfatore del vertice [Asia Times]. Il tentativo moscovita di smarcarsi strategicamente dagli Usa, infatti, ha portato ad un riavvicinamento con gli ayatollah, anche se la politica putiniana rischia di rappresentare un autogol se i persiani persisteranno nella loro corsa nucleare.

APPROFONDIMENTI:
- Mar Caspio - La battaglia dei paesi rivieraschi per le risorse
- Il "Grande Gioco" entra nel Mediterraneo: gas, petrolio, guerra e geopolitica
- Risorse energetiche e controllo geopolitico. Il Grande Gioco nell’Asia centrale
- Grande gioco (origine dell'espressione)
- Mappe: regione del mar Caspio - NORD , SUD , LEGENDA MAPPE.

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