giovedì 5 giugno 2008

Vertice FAO, l'ignobile farsa

Milioni di individui muoiono nel mondo per fame. Berlusconi dice che è ora di passare dalle parole ai fatti, ma intanto condivide l'idiozzia di chi vorrebbe usare le basi del sostentamento alimentare globale per produrre energia e soddisfare i 'bisogni' del mondo industrializzato. Di ricette serie se ne sono viste poche, ma in cambio non sono mancate le polemiche ideologiche. Tutte rivolte ad un solo soggetto: Mahmoud Ahmadi-Nejad.

Tante chiacchiere, ma pochi fatti. Con questa frase può essere riassunto il senso del vertice Fao di Roma. Sulla fame nel mondo si sono spese le solite parole di circostanza, mentre il leit-motiv degli incontri tra le delegazioni è stato il dibattito sulla presenza e sulle esternazioni del presidente iraniano, Mahmoud Ahmadi-Nejad. Il quale, sentendosi sotto i riflettori, non ha lesinato il suo costante sprezzo verso Israele e gli Stati Uniti. Ad onor del vero, però, è importante sottolineare come tale questione sia stata eccessivamente strumentalizzata dai media, i quali - come d'abitudine, ma non è più ormai un'usanza che desta sorpresa - hanno dato ampia enfasi alle sue parole, con lo scopo di offrire quella che è un'interpretazione preconcetta. Così nessuno ha pensato agli 862 milioni di individui che oggi soffrono la fame, destinati ad aumentare vertiginosamente in pochi anni se prenderà piede - come purtroppo sembra - la folle idea che ci si possa affrancare dalla dipendenza dal petrolio sviluppando energia da quelli che sono i prodotti della terra. E se dovesse convenire più investire nelle colture da bioenergia piuttosto che usare quella risorsa per il fabbisogno alimentare mondiale? Cosa andremo a mangiare nel futuro? O meglio, quanti di noi potranno ancora permettersi di alimentarsi?
E invece al centro delle cronache sono balzate le parole dell’ex sindaco di Teheran e tutta la querelle diplomatica che ne è seguita: “Israele sarà cancellata dalle mappe geografiche”! Pur essendo un personaggio quantomeno ambiguo, esponente di una ‘teocrazia militare’ – per la commistione tra potere religioso e controllo dei Pasdaran - molto lontana dai nostri canoni democratici, è innegabile che nei discorsi del presidente iraniano tali parole non compaiano affatto (vedere intervista). Per esempio, Ahmadi-Nejad non dice mai “Israele”, ma “entità sionista”: frutto questo di una visione che non può concepire uno stato puramente ebraico su tutto il territorio della Palestina storica come il precetto sionista imporrebbe. Ed è utile ricordare che il sionismo in quanto categoria politica non ha nulla ha che vedere con l’ebraismo e il popolo ebraico: non è un fatto di razza o religione, ma un’idea politica che, come qualsiasi altra, è criticabile senza che si presupponga il concorso di ideologie razziste o antisemite. Non parla mai di “ebrei” che verranno sterminati dai musulmani. Semplicemente non riconosce lo status quo in Palestina, contraddistinto dalla presenza di uno stato propriamente detto e di una moltitudine di disperati che vivono in lembi di territorio. Non parla mai di “mappe”, non usa il termine “cancellare”. Dice che il “regime sionista è destinato a finire”, intendendo che non ci saranno più l’occupazione e la colonizzazione, che non ci sarà più un solo stato, che i profughi del’48 troveranno una sistemazione definitiva (possibilmente col diritto al ritorno), che Gerusalemme tornerà ad essere anche araba.
Ahmadi-Nejad è solo di passaggio nello scenario geopolitico mediorientale. Gli sforzi vanno concentrati in ottica futura per la soluzione definitiva dell’annoso problema, e finché la volontà di dialogo sarà sottoposta ad interessi strategici ed economici, non vi è possibilità che si giunga alla sua eliminazione dalla radice. Nel frattempo i prezzi della catena alimentare aumentano a dismisura e generano nei paesi più poveri morte e sofferenza, mentre dall’altra parte della barricata c’è chi consuma grano anche per fare il pieno al Suv.

APPROFONDIMENTI:
Food price crisis - BBC special reports
Intervista video di Ahmadi-Nejad alla Rai e testo integrale
Uno tsumani davvero “poco” silenzioso – Affari internazionali
Vertice Fao, chiacchiere su chiacchiere - Altrenotizie
Le radici storiche della fame – Come don Chisciotte
La farsa tra Ahmadi-Nejad e la comunità ebraico romana – Come don Chisciotte
La fame e l'Fmi - Serge Halimi, Le Monde Diplomatique, maggio 2008

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