sabato 13 gennaio 2007

Il potere della chiesa cattolica

Stavo controllando un attimo la posta elettronica, giusto prima di andarmi a docciare e uscire, e ho notato la newsletter di Beppe Grillo con il link ad un post: una lettera del Papa al noto comico. Trattandosi di queste cose, non sono riuscito a trattenermi e ho inviato un commento. Lo riporto interamente.

Sono d'accordo (con uno dei commenti dei lettori - NdA)...questi signori dovrebbero capire che non sono graditi tra persone civili. Per secoli hanno rubato, ucciso, impedito al nostro paese uno sviluppo decente.
È indelebile nella storia che hanno favorito l'accesso, con la scusa della religione, a qualsiasi sorta di potenza straniera ogni qualvolta uno dei piccoli staterelli, di cui era formata l'Italia, diveniva abbastanza grande da minacciare il loro potere temporale. Hanno ritardato il nostro sviluppo industriale perché, al contrario dei protestanti, consideravano il prestito come usura...e tutti sappiamo che senza prestiti non si può investire (leggere indicativamente Max Weber "L'etica protestante e lo spirito del capitalismo").
Una volta divenuta nazione unitaria, nonostante si fossero strenuamente opposti, sono riusciti ugualmente a cavarsela fornendo appoggio al regime fascista e ricevendo in cambio (patti lateranensi del '29) legittimazione, immunità e immense rendite - che noi tutti continuiamo a pagare. Dopo la nascita della Costituzione, che sancisce a chiarissime lettere la laicità dello Stato, hanno approfittato della guerra fredda e dello spauracchio comunista per consolidare il loro potere.
E continuano ancora oggi, con metodi sopraffini, ad ingerire nella vita pubblica e, ahinoi, a dominare la politica italiana. Fino a negare, con argomentazioni scandalose, non la parità delle coppie di fatto con quelle sposate, ma semplicemente alcuni diritti fondamentali a chi si astiene dal matrimonio.
Se noi non possiamo fare nulla, però, è colpa di chi ci governa. Noi che siamo italiani e dovremmo interessarci a ciò (la nostra libertà) non siamo in grado di capire.
Ha capito benissimo, però, il corrispondente del Time in Italia, nonostante sia solo dal '98 che vive nella nostra cara penisola. Invito a leggere il suo impeccabile articolo su Internazionale di questa settimana.

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